Libero Mail chiede il pagamento di un abbonamento annuale per chi non accetta i cookie di profilazione. Cambiamenti in vista?
Non sono bastati i numerosi problemi che hanno colpito la piattaforma di Libero Mail in gennaio e giugno, con tantissime mail perse ed un servizio che non ha funzionato per tantissimi giorni, che Libero Mail è di nuovo nell’occhio del ciclone per via della policy dei cookie.
Libero Mail è da molti anni la casella di posta utilizzata da milioni di italiani, sempre aggiornata e ricca di nuove funzionalità.
Per fornirti un servizio di qualità utilizziamo le inserzioni pubblicitarie personalizzate e possiamo farlo solo se hai dato il tuo consenso ai cookie di profilazione.
Il tuo consenso, infatti ci permette di proporti solamente gli annunci pubblicitari più rilevanti per te.
Se hai già prestato il tuo consenso ai cookie di profilazione, potrai usare Libero Mail come hai fatto finora, senza fare altro e senza versare alcun corrispettivo in denaro. Nulla cambia.
Qualora invece, decidessi di rifiutare il consenso ai cookie di profilazione, a breve, entrando in Libero Mail da web potrai scegliere se prestare il consenso ai cookie, per avere accesso secondo le modalità attuali, o, in alternativa, acquistare un abbonamento a pagamento a partire da 3,99€/anno.
Come letto nella comunicazione che trovate in alto, da qualche giorno, per accedere alla web mail, o si accettano i cookie di profilazione per ricevere pubblicità mirata, oppure si dovrà pagare un abbonamento annuale per continuare ad utilizzarla.
Libero Mail, accessibile da browser, diventerà a pagamento se non si accettano i cookie. Resteranno accessibili via App e tramite IMAP l’accesso alle mail, ma se non si accettano i cookie, di fatto si dovrà pagare la somma richiesta.
Servizi gratuiti che diventano a pagamento. Un trend pericoloso
Una cifra simbolica, 3,99 euro all’anno, ma che fa intuire dove il mondo sta andando, non più servizi gratuiti, ma a pagamento se non accetti la profilazione per mostrarti la pubblicità dedicata. In pratica un cambiamento che è in atto in molti servizi, ma che senza un forte cambiamento nel mondo del web.
Se non mi dai i tuoi dati, devi pagare per non darmeli.
Il tutto parte da una forte regolamentazione sull’utilizzo dei dati, che fa capo al GDPR, e che in pratica vuole garantire che l’utilizzo dei dati degli utenti sia gestito in modo corretto. Ecco che fatta la legge, e scoperto l’inganno, con tante soluzioni alternative per obbligarti, in modo occulto, ad accettare la profilazione per non pagare.
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