L’operazione Euro Strike 2020 ha condotto alla chiusura di oltre 600 siti pirata e IP di oltre 100 mila utenti che la stavano usando in quel momento
Un’operazione preparata da tempo, così la Guardia di Finanza ha smantellato una complessa rete IPTV che forniva flussi video ad oltre 600 siti dove in diretta live erano collegati oltre 100.000 utenti, tutti rintracciati grazie ai loro indirizzi IP.
Durante la partita Italia Turchia, le forze dell’ordine hanno analizzato diversi flussi video provenienti dai maggiori canali europei e che venivano convogliati gratuitamente o dietro IPTV a pagamento, in tutto il mondo, per permettere la visualizzazione di partite di calcio gratis in streaming.
L’operazione denominata Euro Strike 2020, ha messo le mani su oltre 600 siti che sono stati oscurati in diretta, e i dati di oltre 100.000 utenti che in quel momento stavano vedendo la partita in streaming gratis e che hanno visto la schermata delle forze dell’ordine proprio in diretta live.
Il tutto è partito dall’analisi dei flussi video, dove veniva mostrato sempre il logo di Xtream Codes Reborn, nota piattaforma chiusa due anni fa (Xtream Codes) che appunto permetteva la gestione delle reti IPTV a tutto tondo.
La complessa ed innovativa attività di indagine, coordinata dal Procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Melillo e diretta dal Procuratore Aggiunto Vincenzo Piscitelli e dai Sostituti Procuratore Valeria Sico e Maria Sofia Cozza, ha consentito il sequestro e l’oscuramento di oltre 600 risorse informatiche tra server di trasmissione, piattaforme di gestione, siti vetrina e siti di live streaming nonché l’acquisizione dell’elenco completo dei dati identificativi di centinaia di migliaia di illeciti utilizzatori in ambito mondiale.
Le attività preliminari hanno riguardato l’identificazione e l’accurato monitoraggio dei servizi IPTV e streaming illegali a partire dalla cerimonia inaugurale di Roma dello scorso 11 Giugno”. Aggiungendo che è stato “smascherato un nuovo articolato sistema basato su piattaforme informatiche di ultima generazione, alimentate simultaneamente da numerose “sorgenti di contenuti” ubicate in Europa e finalizzate alla trasformazione dei segnali audiovideo protetti da diritto d’autore in flussi dati sistematicamente redistribuiti in tutto il mondo. Singolare la circostanza che, interrogate le singole risorse informatiche, numerose restituissero sul browser il messaggio ‘Xtream Codes Reborn’ che riporta alla nota piattaforma pirata mondiale smantellata nel 2019.
Intrecciando i dati dei flussi video e dei server, è stato possibile rintracciare migliaia di utenti e centinaia di siti web che usavano questi link di streaming. In appena 30 minuti, i flussi video sono stati rimossi e disattivati grazie anche alla collaborazione degli hosting che ospitano questi siti pirata in tutto il mondo.
Cosa rischio se vedo l’IPTV?
Va ricordato che i fornitori dei servizi IPTV pirata rischiano la reclusione da sei mesi a tre anni e una multa fino a 15.493 euro mentre gli utenti finali riceveranno automaticamente una sanzione amministrativa che può arrivare fino a 1.032 euro.
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