POS obbligatorio per tutte le aziende altrimenti la multa è doppia. Ecco qualche dettaglio in più
Dal 30 giugno 2022 scatteranno le multe per gli esercenti che non hanno il POS. E’ stato il piano previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ad anticipare i tempi, precedentemente fissati dal primo gennaio 2023, e che di fatto anticipa di 6 mesi la data per comprare o noleggiare un POS nella propria attività.
Le cattive notizie non finiscono qui, perché la multa sarà doppia per gli esercenti che non accetteranno i pagamenti con carta di debito o di credito. Insomma una stangata che però vuole aiutare tutti a migrare verso un sistema di pagamenti digitali, anche se lo stato dovrebbe imporre un tetto massimo alle percentuali presi sulle transazioni.
Quindi si rafforza una legge che è disponibile sin dal 2014, l’obbligo di avere un POS, anche se non era indicata la sanzione e le tempistiche a cui si andava incontro in caso di non adempienza alle normative. Ora è tutto più chiaro con multe salta per chi non ha il POS o per chi non lo accetta come metodo di pagamento.
Se da un lato c’è lo stato, che obbliga a mettere il POS in tutte le attività, dall’altra parte c’è il grido della Confesercenti, che per voce dei negozianti, lancia diverse idee per venire incontro alle commissioni elevate applicate per accettare i POS come metodo di pagamento, soprattutto per le piccole spese che hanno costi molto elevati in percentuale, tenendo conto dei costi fissi per transazione.
Si rafforzi la lotta all’evasione fiscale e al sommerso in genere, ma lo si faccia senza creare ulteriori aggravi per imprese e professionisti … il migliore incentivo è ridurne i costi di utilizzo. A partire dai piccoli pagamenti sotto i 50 euro, che dovrebbero essere resi completamente esenti da commissioni, aprendo allo stesso tempo ai sistemi di pagamento di nuova generazione, alternativi al circuito delle carte di credito e di debito.
Percorrere la strada dell’obbligo e delle sanzioni vuol dire non solo limitare la libertà d’impresa, ma anche introdurre un ulteriore aggravio per le attività economiche, che metterà in difficoltà le attività del commercio e dei servizi più piccole e caratterizzate da margini molto stretti, come i distributori carburanti, i tabaccai, i bar, proprio nel momento in cui la ripartenza della spesa delle famiglie nei negozi è messa a rischio da inflazione e incertezza. L’obbligo è poi particolarmente difficile da rispettare per tutte quelle imprese che operano in zone non coperte da infrastrutture tecnologiche e di comunicazione adeguate.
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