L’Europa alza le barricate e propone una lista nera delle aziende a cui far rispettare regole severe per tutelare la concorrenza
Prima o poi doveva succedere e dopo anni di indagini e tasse non pagate, i giganti tech di tutto il mondo iniziano a tremare e a breve, almeno in Europa, potrebbero finire una lista nera dove le aziende inserite dovranno rispettare regole severe per continuare la loro attività. Al momento sono circa una ventina e tra queste troviamo tutti i colossi mondiali del mondo tecnologico come Google ed Apple ma anche altri.
Dopo le indagini dell’antitrust americana su tutto il mondo delle aziende tecnologiche, anche la Commissione europea ha deciso di avviare un’indagine e dare una stratta sulle regole da applicare alle grandi aziende del mondo della tecnologia. Parliamo di monopolio e in questa lista nera dovrebbero essere inserite tutti i maggiori giganti mondiali come Apple, Google, Amazon e anche Facebook.
Sono oltre 20 le aziende che finiranno in questa sorta di blacklist, che vedrà l’antitrust europea fare le pulci a tutti i giganti del mondo tech. L’obiettivo non solo è obbligare queste grosse aziende ad una condivisione dei dati con i concorrenti più piccoli e avere una maggiore trasparenza sulla raccolta delle informazioni ma anche di analizzare i conti e imporre regole chiare per quanto riguarda la tassazione.
Controlli, trasparenza e tasse
Insomma sebbene adesso sia tutto al vaglio delle autorità competenti, ma se dovesse andare in porto la blacklist, molte aziende che ora fanno i porci e comodi loro in lungo ed in largo in tutto il mondo, potrebbero essere ridimensionate e soprattutto super controllate. Un vero e proprio attacco ai big mondiali, che guadagnano tantissimo a spese degli utenti.
Web tax questa sconosciuta
C’è poi il capitolo web tax che è ancora in alto mare, continui rinvii e regole poco chiare ancora non sono sdoganati. Intanto alcune nazioni come Irlanda e Lussemburgo, sono a favore (perché hanno accordi diretti con le big per pagare meno tasse) mentre altri nazioni, tra cui l’Italia, sono a favore, per poter pareggiare i conti in tutte le nazioni d’Europa, versando le tasse corrette nel paese in cui vendono.
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