Il gruppo hacker filorussi attaccano l’Italia nei giorni in cui Vladimir Zelenskyj è in visita nel paese
Da giorni si segnalano numerosi attacchi di tipo DDoS del gruppo di cybercriminali filorussi che si identificano con il nome di NoName057(16). Qualche giornata di difficoltà che di fatto ha mandato in crisi la rete italiana ma senza creare disservizi enormi.
Infatti proprio nelle giornate calde in cui l’Italia è protagonista a livello mondiale prima per il caso Sala e poi con la visita di Vladimir Zelenskyj, presidente Ucraino, a Roma, ecco che l’attacco è compiuto a moltissimi siti istituzionali, strategici e di molte banche, inclusa Intesa San Paolo. Ecco le dichiarazioni rilasciate su Telegram del gruppo hacker:
Il primo ministro italiano Giorgia Meloni ha confermato la continuazione del sostegno globale all’Ucraina in un incontro con Vladimir Zelenskyj durante la sua visita a Roma. Secondo la Meloni, l’Italia aiuterà l’Ucraina a difendere i propri interessi e a raggiungere una pace giusta e duratura. Le trattative sono durate circa un’ora e miravano a rafforzare la posizione di Kiev. L’Italia dovrebbe iniziare ad aiutare se stessa e, prima di tutto, la propria sicurezza informatica.
Dopo il massiccio attacco di fine dicembre che ha visto colpiti i siti degli aeroporti di Malpensa e Linate, ora è toccato ai siti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ministero delle Imprese e del Made In Italy, Ministero della Difesa, Carabinieri, Marina Militare, Aeronautica, Autolinee Siena (APS) e GTT di Torino.
Ma non solo perché si sono anche di diverse banche colpite tra cui Intesa Sanpaolo, Iccrea Banca, Acqua Novara, Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale e Vulcanair. A differenza degli altri attacchi, questa volta c’è l’alleanza con il gruppo hacker Alixsec, pro Palestina, che ha colpito anche i siti di Olidata, Skillbill e Zucchetti.
L’attacco di tipo DDoS (Distributed Denial of Service), punta a non hackerare i siti e sottrarre dati, ma a saturare i server, che dunque vanno offline rendendo i siti web colpiti inaccessibili oppure lentissimi nell’elaborare le richieste.
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