App IPTV rimossa dagli smartphone da remoto? Si, è possibile

Magis TV

E’ stato il tribunale ad ordinare a Google la rimozione coatta. Questo potrebbe creare un pericoloso precedente

Immaginate di andare a cercare un’app che avete installato sul vostro smartphone e di non trovarla più installata, e scoprire subito che è stata direttamente Google e disinstallarla dal vostro smartphone senza l’intervento del proprietario del dispositivo.

Non è fantasia, ma è quello che potrebbe succedere in Argentina, dove il giudice ha ordinato a Google di disinstallare da tutti i dispositivi su cui è installata, l’app Magis TV, che di fatto permetteva la visione di contenuti pirati non rispettando i diritti di copyright.

L’applicazione di Magis TV, installata ovviamente al di fuori del Play Store ufficiale di Google, era installata su migliaia di dispositivi Android, e secondo la magistratura Argentina, doveva essere disinstallata in modo diretto da Google, forzando la rimozione da parte del creatore del sistema operativo, creando un pericoloso precedente in questa materia.

Da quanto è emerso dalla lettura della sentenza, si legge chiaramente che si obbligava Google in modo diretto ad “adottare i mezzi tecnici necessari per disinstallare immediatamente dai sistemi Android […] l’applicazione denominata Magis TV“.

Ma c’è di più perché nell’ordinanza del giudice Esteban Rossignoli del Tribunale 4 di San Isidro ha anche imposto a tutti gli ISP Argentini di bloccare tutti i 69 domini associati al servizio, così da impedire l’accesso alla piattaforma da qualsiasi dispositivo.

Infatti è sempre più diffusa la moda di usare applicazioni personalizzate per accedere a contenuti pirata in modo facile ed anonimo, così che con una semplice installazione si aggiravano tutti i blocchi. In Argentina hanno scoperto il trucco, dove su molti set-top-box Android era installata l’app Magis TV e quindi il giudice ha deciso di farla rimuovere a Google in modo diretto.

Questo potrebbe aprire scenari particolarmente pericolosi per il futuro, dove si è creato un precedente, e che dà di fatto pieni poteri alla magistratura di obbligare Google, ma anche altre aziende come Apple o altri di accedere ai terminali degli utenti.

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