Ecco l’aggiornamento annuale sulle distribuzioni Android installate sui dispositivi. Android 12 il grande assente, Android 11 oltre il 28% e Android 10 inizia a calare dal 26.5% al 23.9%
Google ha smesso di pubblicare ed aggiornare i dati di distribuzione di Android da diversi anni ma almeno una volte ogni sei mesi, quindi due volte l’anno, aggiorna le statistiche della frammentazione Android installati sui milioni di dispositivi attivi in tutto il mondo.
E’ dal 2018 che Google non aggiorna i rapporti mensili sull’adozione di varie versioni di Android, e sebbene non siano dati precisi, quelli estratti da Android Studio possono fornire un’idea di massima su quali sono le distribuzioni più diffuse. I numeri della distribuzione per i primi mesi del 2022 ad oggi vedono Android 11 come la versione più diffusa con poco meno di un terzo dei dispositivi.
Android 11 (R) è disponibile sul 28,3% di tutti i dispositivi dal lancio dell’8 settembre 2020 e in circa 8 mesi dal suo lancio, Android 12 non compare neanche in queste statistiche. Appena dietro ad Android 11 troviamo con un ottimo 23,9% Android 10 (Q) che cede lo scettro alla precedente versione.
Android 12 che non è neanche presente, e il dubbio viene con i dati che siano riferiti al primo trimestre, dove Android 12 era presente solo sui Google Pixel e qualche dispositivo top di gamma Samsung, Xiaomi e Redmi ma non su tutti. Finalmente Android 11 è in cima ma Android 12 non si vede neanche.
Da quello che possiamo vedere, i dati sembrano di circa inizio aprile, e dovrebbe essere basato sul numero di dispositivi Android che hanno avuto accesso al Play Store durante un periodo di sette giorni. Le altre distribuzioni vedono Android 9 Pie al 16,2% (in calo di 2 punti), 8 Oreo al 11,6% (-2,1%), 7/7,1 Nougat al 5,0% (-1,3%), 6 Marshmallow al 3,9% (-1,2%) e poi tutte le altre con pochi dispositivi presenti.
Insomma dati che se paragonati a quelli di iOS fanno rabbrividire, e sorprende che Android 12 non faccia la sua comparsa, con le ultime 4 distribuzioni che si passano in rassegna di volta in volta coprendo oltre l’80% di tutto il panorama dei dispositivi ancora attivi, segno del cambio generazionale di smartphone più che un aggiornamento firmware.
