Operazione Black Screen: Chiusi 32 canali Social e Telegram

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Tra canali Social, pagine Facebook e Twitter sono oltre 30 quelli chiusi per violazione dei copyright sulla condivisione di giornali, quotidiani e riviste

Colpiti altri 32 tra canali e gruppi Telegram ma anche pagine Twitter, Facebook e Instagram che condividevano giornali, riviste e quotidiani da leggere in maniera completamente gratuita da quasi mezzo milione di persone che scaricavano tutto gratuitamente senza pagare.

Dai quotidiani, ai settimanali, ma anche mensili e riviste, tutto perfettamente disponibile online e gratuitamente in modo facile e veloce usando vari canali social. Oltre 30 canali e pagine chiuse per violazione dei copyright e che di fatto segnano un altro duro colpo alla criminalità per la condivisione di contenuti a pagamento.

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La pratica altamente illegale ha portato nel condurre vere e proprie campagne di verifica da parte delle autorità che ha portato alla chiusura di oltre 30 canali Telegram ed altri social network che erano usati dai pirati per condividere gratuitamente tantissimi contenuti acquistabili in edicola.

In passato la Federazione Italiana Editori Giornali ha chiesto direttamente la chiusura di Telegram nel nostro paese, perché in molti usano questo programma di messaggistica per diffondere materiale a pagamento, gratuitamente ed illecitamente e farla tranquillamente franca.

Ecco il dettaglio dell’operazione delle forze dell’ordine.

Sono 32 i canali Telegram, Facebook, Instagram, Twitter ed i siti internet sequestrati dai finanzieri del Nucleo Speciale Beni e Servizi nel corso di un’operazione di contrasto alla pirateria editoriale online.

Le indagini sono iniziate nel mese di dicembre a seguito della collaborazione instaurata dal reparto speciale delle fiamme gialle con F.I.E.G. – Federazione Italiana Editori Giornali, che ha messo a disposizione i suoi esperti per la verifica, unitamente alle case editrici delle testate interessate, dei canali social e dei siti individuati dai finanzieri.

Ultimata l’analisi dei contenuti finalizzati a circoscrivere le pubblicazioni illegali, è stata informata la Procura della Repubblica di Roma, che ha aperto un fascicolo ed avanzato richiesta di sequestro al Giudice per le indagini preliminari.

Il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria è stato, quindi, notificato a gestori e provider interessati e l’illecita diffusione di quotidiani, settimanali, mensili e riviste specializzate interrotta; oltre 500.000 lettori “a scrocco” sono rimasti con lo schermo vuoto.

La pirateria editoriale sottrae risorse alle case editrici e danneggia la vendita di prodotti digitali, le cui modalità di diffusione consentono di raggiungere un numero elevato di utenti con costi estremamente limitati, senza contare che il rincaro delle materie prime degli ultimi tempi rende più onerosa la distribuzione con metodi tradizionali anche a causa dell’aumento dei costi per la stampa ed il trasporto di giornali e riviste.

Oltre al rischio di sanzioni, i lettori che si rivolgono ai canali illeciti si espongono alla concreta possibilità di subire il furto dei propri dati mediante “pishing”. Infatti, come contropartita alla lettura gratis, taluni canali espongono link che reindirizzano a proposte commerciali a prezzi particolarmente vantaggiosi o di registrazione gratuita a servizi digitali. Utilizzando questi link, l’utente finisce per mettere i propri dati personali e finanziari nelle mani dei criminali oppure per attivare servizi a pagamento non richiesti.

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