Con il suo computer quantistico, Google ha risolto in 200 secondi un calcolo di 10.000 anni
Il computer quantistico è ancora in fase embrionale, ma Google ha già il suo traguardo raggiungendo in netto anticipo rispetto alla concorrenza la SUPREMAZIA QUANTISTICA. Il risultato è stratosferico e secondo Google, sono stati necessari solo 200 secondi per eseguire un calcolo che un normale super computer avrebbe risolto in 10.000 anni.
Sulla carta la velocità sarebbe completamente diversa con punte inimmaginabili con i super computer moderni, visto che la tecnologia del computer quantistico non usando transistor ma usa gli elettroni per far assumere più stati al posto dei classici 0 ed 1, rendendo il tutto molto più veloce.
E’ Sundar Pichai, CEO di Google, ad annunciare sul blog ufficiale di BigG ad aver raggiunto l’incredibile risultato che ci introduce a distanza di qualsiasi 13 anni dall’inizio dei test da parte di Google, a passare dai bit ai QUBIT, che sono alla basa dei computer quantistici. Il qubit non assume solo i valori 1 o 0, ma può rappresentare anche una sovrapposizione di stati, cioè può essere sia 1 che 0 allo stesso tempo.
Fu nel 2006 che Hartmut Neven quanto avviò l’analisi sulla nuova tipologia di computer che ha portato alla costruzione di un team che lavorasse al nuovo computer quantistico e dopo 13 anni di lavori il risultato è che Google ha la supremazia quantistica.
Supremazia Quantistica: Cosa vuol dire?
Il cuore pulsante del computer è un processore con un array bidimensionale di 54 transmon qubits, che rappresentano la carica superconduttiva dei qubit, che combinato a bassissime temperature e materiali particolarmente pregiati, permette di raggiungere velocità di calcolo attualmente impensabili.
Questo ha permesso secondo il team di Google, di risolvere in 200 secondi il problema quando servirebbero 10.000 anni di calcoli del super computer Jülich con 100.000 core e una memoria di 250 terabytes.
La supremazia di Google è nei confronti dei concorrenti con IBM che è ancora indietro nello sviluppo e sebbene la sfida sia ancora aperta, potrebbe essere il trampolino di lancio per calcoli del futuro sempre più veloci.
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